la poesia di strada nuova avanguardia

ciao a tutti buongiorno :cheers: ...la poesia di strada...

ho affrontato il tema in un video raccolta fotografica...quello della libertà di espressione..

purtroppo sappiamo tutti come vanno le cose per chi scrive, non importa quanto talento abbia: concorsi letterari o di poesia a pagamento (vale anche per altri campi purtroppo), case editrici minori che chiedono cifre esorbitanti, siti di nicchia a stampo amatoriale dove si può pubblicare ma non si va da nessuna parte, case editrici importanti che preferiscono pubblicare i libri di Totti o romanzetti idioti, che non ti considerano ovviamente se non sei nessuno.

Il concetto,come anche per le gallerie d'arte, resta sempre lo stesso: se conosci qualcuno...se paghi...vai dappertutto...se sei solo dotato di talento e buona volontà difficilmente otterrai qualche cosa.

Una prima riflessione che mi viene da fare è questa: ma l'artista, il vero artista ha veramente bisogno di farsi conoscere? In teoria anelerebbe a farsi conoscere a un pubblico il più ampio possibile per riuscire a trasmettere a tutto il mondo le sue impressioni,il suo sentire,ma in fondo questo non diventerebbe in fondo come asserire esclusiva e troppo importante la propria arte?

Una seconda riflessione riguarda le più moderne avanguardie.
Poeti e pittori che si sono sottratti alla logica del mercato, che regalano i propri scritti e le proprie opere alla strada.
Scrivono sui muri le loro poesie, abbandonano nei parchi quadri astratti e affiggono racconti per la città a volte senza nemmeno firmarsi.

Valutando qua e là come è messo il mercato artistico..tutto sommato credo che questa sia davvero la vera avanguardia.
Perché poi esprime un grande senso di libertà.
Nessuno vuole imporre con i numeri,le recensioni,le critiche,i nomi importanti l'arte, ma essa diviene un regalo spontaneo per chi ha voglia. Ognuno darà la sua critica, ognuno penserà quello che gli pare.
La strada credo che sia veramente la nuova casa editrice o galleria d'arte del futuro.

Interessantissimo questo post, suscita notevoli spunti di riflessione.

Per quel che riguarda la prima domanda che poni, io non credo che il bisogno di farsi conoscere degli artisti VERI (a meno che uno non miri a fare della propria arte un lavoro e a mantenersi con quella) non sia legato tanto alla possibilità di immensi introiti quanto piuttosto ad un bisogno di espressione intrinseco. Io ad esempio quando scrivo ho piacere se qualcuno mi legge. Ma questo piacere non deriva da, come direbbe una simpatica conoscenza del sito style, da un'insicurezza mia, dal bisogno di sentirmi dire "quanto sei brava", ma dal fatto che ogni mia parola nasce da un'emozione, e questa mia emozione vuole trovare un riscontro, vero o presunto, nel mondo reale.

Interessante l'avanguardia di cui parli tu. L'affidare i propri scritti al vento. Anche a me è capitato, a volte, di sbatacchiare qualche aforisma personale nel vento, di scriverlo ad esempio sulla porta del bagno dell'università, o su un sedile della metropolitana, ma questo riguarda più che altro una fase passata della mia vita.

Però mi viene in mente il fenomeno del book-crossing. Avete mai pensato di prendere un libro e scrivere una piccola dedica nella prima pagina, esortando chi lo trova a leggerlo e a fare altrettanto una volta concluso. In america, tempo fa, questo fenomeno era molto diffuso, e credo possa essere un metodo efficace per diffondere cultura. Io, personalmente, ci proverei ....