ISAAC SINGER,SHOSHA
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ISAAC SINGER,SHOSHA
Lo so,la letteratura ebraica magari non è molto stimolante a prima vista,ma questo romanzo è veramente impressionante,uno dei libri che vorrei avere scritto.
Shosha è una storia d'amore stupenda e la struggente rievocazione di un mondo perduto,quello della comunità ebraica di varsavia prima che la ferocia nazista spazzasse via una intera cultura.
Il protagonista Aaron è un giovane ebreo che cresce nella mitica via krolkmalna,una delle vie popolari più pittoresche del ghetto.La vita delle persone comuni,che per molte di loro si svolgeva dalla nascita alla morte all'interno del ghetto,è resa con un colore straordinario, il godimento dell'autore nello scrivere è evidentissimo in ogni personaggio presentato.QUi Aaron passa molta della sua infanzia a giocare e parlare con la piccola Shosha,figlia ritardata (ma di grande purezza di sentimenti) dei vicini di casa.
Quando cresce,Aaron abbandona il ghetto,in cerca di gloria letteraria nella varsavia"bene"e entra in contatto con molti intellettuali ebrei di ambo i sessi,che cercano di somigliare per modi disinibiti e mentalità aperta ai giovani americani degli anni 20 tanto cari a Fitzgerald e Hemingway;Aaron si cala benissimo nella parte,seducendo cameriere,donne sposate e attrici,vivendo da bohemienne.E qui traspaiono le differenze tra l'intransigenza degli ebrei polacchi e il libertinaggio di quelli che "erano stati in america".
Un giorno,per soddisfare il capriccio di un'attrice sua amante,Aaron si reca in via krolkmalna,e vi ritrova shosha,sentendsi invadere da quel grande sentimento che credeva perduto.Decide di tornare nel ghetto,voltando le spalle ai simpatici ma evanescenti compagni di baldoria,per sposarla e amarla con tutto se stesso.Ma arriva la guerra.
Questo romanzo,che valse al suo autore il premio nobel nel 1978,è una delle storie più pure e commoventi che abbia mai letto.E finalmente un romanzo che parla di olocausto lasciado i nazisti sullo sfondo,lasciando parlare solo le vittime.
E poi è scritto benissimo,una scrittura ironica,audace,mordace e spietata ma a tratti anche tenerissima che incanta letteralmente.
Di questo grande scrittore consiglio soprattutto i racconti,il cui gotha si può trovare nell'antologia"L'ultimo demone e altri racconti"da garzanti.
tornerò comunque a parlare di questo autore.Lo merita come pochi altri.
Shosha è una storia d'amore stupenda e la struggente rievocazione di un mondo perduto,quello della comunità ebraica di varsavia prima che la ferocia nazista spazzasse via una intera cultura.
Il protagonista Aaron è un giovane ebreo che cresce nella mitica via krolkmalna,una delle vie popolari più pittoresche del ghetto.La vita delle persone comuni,che per molte di loro si svolgeva dalla nascita alla morte all'interno del ghetto,è resa con un colore straordinario, il godimento dell'autore nello scrivere è evidentissimo in ogni personaggio presentato.QUi Aaron passa molta della sua infanzia a giocare e parlare con la piccola Shosha,figlia ritardata (ma di grande purezza di sentimenti) dei vicini di casa.
Quando cresce,Aaron abbandona il ghetto,in cerca di gloria letteraria nella varsavia"bene"e entra in contatto con molti intellettuali ebrei di ambo i sessi,che cercano di somigliare per modi disinibiti e mentalità aperta ai giovani americani degli anni 20 tanto cari a Fitzgerald e Hemingway;Aaron si cala benissimo nella parte,seducendo cameriere,donne sposate e attrici,vivendo da bohemienne.E qui traspaiono le differenze tra l'intransigenza degli ebrei polacchi e il libertinaggio di quelli che "erano stati in america".
Un giorno,per soddisfare il capriccio di un'attrice sua amante,Aaron si reca in via krolkmalna,e vi ritrova shosha,sentendsi invadere da quel grande sentimento che credeva perduto.Decide di tornare nel ghetto,voltando le spalle ai simpatici ma evanescenti compagni di baldoria,per sposarla e amarla con tutto se stesso.Ma arriva la guerra.
Questo romanzo,che valse al suo autore il premio nobel nel 1978,è una delle storie più pure e commoventi che abbia mai letto.E finalmente un romanzo che parla di olocausto lasciado i nazisti sullo sfondo,lasciando parlare solo le vittime.
E poi è scritto benissimo,una scrittura ironica,audace,mordace e spietata ma a tratti anche tenerissima che incanta letteralmente.
Di questo grande scrittore consiglio soprattutto i racconti,il cui gotha si può trovare nell'antologia"L'ultimo demone e altri racconti"da garzanti.
tornerò comunque a parlare di questo autore.Lo merita come pochi altri.
omar-
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