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Messaggio Da Mortacciis Lun 04 Ago 2008, 15:30

amok
Un episodio dissociativo, caratterizzato da un periodo di incubazione seguito da una esplosione di comportamento violento, aggressivo, o anche omicida, diretto verso persone e oggetti. Gli episodi tendono a essere precipitati dall'impressione di ricevere offese o insulti, e sembrano frequenti solo tra i maschi. Gli episodi sono spesso accompagnati da idee persecutorie, automatismi, amnesie, esaurimento, e si ha ritorno alla condizione premorbosa dopo l'episodio. In certi casi l'amok può manifestarsi nel corso di un episodio psicotico breve, oppure rappresentare l'esacerbazione di un processo psicotico cronico. I resoconti originali che utilizzavano questo termine provenivano dalla Malesia. Un quadro comportamentale simile venne ritrovato in Laos, nelle Filippine, in Polinesia (cafard o cathard), nel Papua Nuova Guinea, a Portorico (mal de pelea), e tra i Navajo (iich'aa).

Questa è una delle poche definizioni in italiano decenti che abbia trovato.
Solo che non cita il fattore suicidio e non menziona le terre nordiche, forse solo perchè nel nord lo stesso fenomeno veniva un tempo definito berserk (ora chi ha giocato ai giochi di ruolo capirà l'associazione tra questa malattia e le capacità del suo nano ammazzagiganti ghgh).

Generalmente, nei pochi casi clinicamente analizzati si è risalito a 3 comuni punti fissi del pogresso di tale "malattia":
il periodo pre-amok che generalmente presenta uno scenario totalmente comune che non fa presumere a nessuno la possibiltà che stia per avvenire qualcosa (a meno di un lungo iter di paranoia e depressione).
il running amok che è il momento in cui la persona "impazzisce" e si scaglia contro chiunque ed a volte anche contro se stesso.
Il tutto si conclude con la perdita di sensi e di memoria relativo al periodo di "follia"...sempre che il soggetto sopravviva a tale esperienza.
Curioso come l'amok si possa osservare solo su persone di sesso maschile
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Messaggio Da berenietzsche Lun 04 Ago 2008, 18:22

il dizionario di galimberti dice questo:

(allarghiamo un po il contesto):

si parla di amok nell'ambito dell'etnopsichiatria in cui si considera la legittimità di applicare le categorie delle nostre malattie mentali (occidentali) alle culture non occidentali. sono però emerse incongruenze, relative a
1) sindromi da noi sconosciute
-isteria artica - descritta inoltre in un libro di murakami,
-la psicosi di Witiko tra i cannibali,
-il koro, forma di delirio da castrazione,
-il latah imitazione convulsiva del mondo circostante
- l'amok, follia omicida che si riscontra solo negli uomini

2)a sindromi da noi presenti ma altrove inesistenti, come la schizofrenia e la paranoia

secondo il dizionario di psicologia dunque l'amok non dovrebbe manifestarsi nelle terre nordiche, ma al di fuori dei paesi occidentalizzati. io prima non ne avevo mai sentito parlare, dunque non so da quale fonte pendere..
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Messaggio Da berenietzsche Lun 04 Ago 2008, 18:23

forse però, visto che tu parli dei suicidi del nord e il dizionario parla di follia omicida, non è che forse confondi il termine con un altro?
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Messaggio Da Mortacciis Lun 04 Ago 2008, 19:29

Beh, isteria artica dubito sia definizione equatoriale.
Si, è una cosa che si sta ancora studiando ed è relativa anche al suicidio, non solo al rush verso terzi
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Messaggio Da Lilly Lun 04 Ago 2008, 20:21

cavolo ma è interessantissimo!!!!! Possibile che a me nel corso di laurea in antropologia non me ne parlino????? Forse i docenti di antropologia medica ne sanno qualcosa!!! Io ho un paio di libri di etnomedicina ma non mi sembra che se ne parli.
Il motivo di questi comportamenti dovrebbe derivare da situazioni sociali alienanti, ad es. anche in Cina c'è un alto numero di suicidi, torture e violenze e credo che derivi da fottori socio-culturali, anche se c'è da dire che la Cina è sempre stato un paese molto violento.
Però non è la stessa cosa, l'amok mi sembra una cosa molto più complessa. Chissà xchè solo tra i maschi.... vorrei proprio indagare.....
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Messaggio Da Piro Lun 04 Ago 2008, 22:38

Grazie a Mortacciis per l'interessantissimo topic!!
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Messaggio Da Mortacciis Mar 05 Ago 2008, 15:11

Lilly se trovi qualcosa di più scientiifico rispetto a quanto scritto da me ti ringrazio in anticipo se deciderai di condividerlo, il mio in fin dei cont è più o meno un "sentito dire" e una piccola ricerca personale dovuta ad un disco svedese che comprai anni fa...e che mi incuriosì parecchio Smile
ogni contributo è ben accetto
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Messaggio Da berenietzsche Mar 05 Ago 2008, 15:21

Mortacciis ha scritto:Beh, isteria artica dubito sia definizione equatoriale.
Si, è una cosa che si sta ancora studiando ed è relativa anche al suicidio, non solo al rush verso terzi

l'isteria artica è una malattia mentale che si è manifestata finora solo in siberia.
sentivo che questi contadini impazziscono e iniziano a zappare fino a che non stramazzano al suolo..
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Messaggio Da berenietzsche Mar 05 Ago 2008, 15:26

Lilly ha scritto:cavolo ma è interessantissimo!!!!! Possibile che a me nel corso di laurea in antropologia non me ne parlino????? Forse i docenti di antropologia medica ne sanno qualcosa!!! Io ho un paio di libri di etnomedicina ma non mi sembra che se ne parli.
Il motivo di questi comportamenti dovrebbe derivare da situazioni sociali alienanti, ad es. anche in Cina c'è un alto numero di suicidi, torture e violenze e credo che derivi da fottori socio-culturali, anche se c'è da dire che la Cina è sempre stato un paese molto violento.
Però non è la stessa cosa, l'amok mi sembra una cosa molto più complessa. Chissà xchè solo tra i maschi.... vorrei proprio indagare.....

al corso di antropologia che ho seguito la prof diceva che qui in occidente, a differenza di altre culture, non consideriamo a livello medico l'effetto della società in relazione alla nostra salute, mentre secondo i pochi sociopatici molti sintomi, sopratutto di malattie mentali, dipendono proprio da questa.
raccontava anche di una certa cultura indigena di cui non ricordo il nome, in cui se vai dal medico egli per prima cosa ti domanda "come sta la tua famiglia?" e non ti chiede i sintomi fisici, appunto perchè attribuiscono maggiore importanza al contesto in cui si vive..
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Messaggio Da Piro Mer 06 Ago 2008, 20:47

Berenietzsche mi sento di sottolineare che comunque la cultura medica occidentale e' consapevole del rapporto Paziente-Societa',e un buon medico,inteso come uno che vuole guarire il prossimo migliorandone la qualita' di vita senza altri scopi,sia esso indigeno o italiano,ignorante o cervellone in materia,in quella che si chiama ANAMNESI ha la possibilita' di inquadrare la patologia del paziente in relazione anche alle variabili sociali a cui tu fai riferimento.E questo si studia sui libri di Medicina,non solo sui libri di Antropologia(guarda un po te cosa mi tocca sentire da una persona cosi acculturata,mannaggia berenietzsche).Un vero Medico ha lo stesso approccio iniziale di qualsiasi altra persona di questo Pianeta,perche' il suo scopo e' guarire e basta.Che poi esista un sistema all'occidentale che porta ad escludere "certe domande" al momento dell'ANAMNESI, questo e' un altro discorso,sicuramente molto interessante!Ti invito a chiarirti bene la parola ANAMNESI e a scavare meno ingenuamente nei problemi della cultura occidentale,visto che hai a cuore l'antropologia e tutta l'umanita'.
Vedi che ho ragione quando dico che mancano certi Ponti multidisciplinari?....La Svezia e' un esempio di cultura occidentale in cui gli aspetti sociali eccome se sono legati agli aspetti medici!!Qui esiste un Sistema Sanitario che parla di Well Being,che e' un importante riferimento a cui la stessa Societa' si ispira.E le due cose sono molto connesse tra di loro e i medici in questo giocano un ruolo importantissimo!!
Se poi si vuole gettare mer.. sui medici pensando che siamo una cultura di mer.., allora hai ragione tu.
Scusa il cazziatone,ma mi sentivo in dovere di chiarire meglio la faccenda,visto che nel forum naviga anche altra gente!!
Ogni tanto e' bene tornare coi piedi per terra,perche' viviamo...coi piedi per terra.
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Messaggio Da berenietzsche Mer 06 Ago 2008, 21:28

forse mi sono spiegata male. non approfondisco ora la parola anamnesi perchè sto uscendo, però credo che questa parola indichi la storia clinica del paziente, il che include essere a conoscenza della varie malattie che hanno avuto i parenti.

io non credo che questo centri molto con quello che io intendo con sociopatia, come non centra il sistema sanitario in generale, che sicuramente è è un pezzo della società.

io intendo che esistono stati di malessere che dipendono dal modo in cui viviamo: alcuni di questi stati dipendono da fattori che vengono considerati in effetti dal punto di vista medico, come la dieta e il clima, ma altri sono così scontati e connaturati nel nostro modo di vivere che passano inosservati. anzi, ti dirò di più, essi sono proprio oltre i confini concettuali delle categorie mediche occidentali!!

perdinci devo andare!! Very Happy la prossima volta cercherò di rendere più limpido il mio pensiero!
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Messaggio Da Piro Mer 06 Ago 2008, 22:58

vabbene berenietzsche,scusa il mio tono,non voleva essere polemico "nell´altro senso", volevo solo farti capire che magari la domanda dell'indigeno poteva avere un collegamento con la nostra cultura e che la Medicina in quanto tale non e' insensibile ai problemi sociali,se essi non rientrano "in cartella" questo dipende da un certo sistema.
Volevo solo correggerti sull'impostazione delle tue affermazioni,perche' qualcuno potrebbe fraintendere.Ti ricordo che l'ANAMNESI a volte puo'bastare per fare la Diagnosi di una patologia.La domanda dell'indigeno viene fatta da tutti i medici del Pianeta che hanno un minimo di coscienza del proprio mestiere.Con questo non voglio sottovalutare gli Indigeni,anzi semmai cerco di metterli sullo stesso piano,non so se mi spiego.....comunque aspettiamo chiarimenti a riguardo.Ciao!!
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Messaggio Da Lilly Mer 06 Ago 2008, 23:31

forse alessia si riferiva a una modalità olistica di vedere l'uomo: uomo- cosmo- società- famiglia-spirito
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Messaggio Da Piro Gio 07 Ago 2008, 13:19

berenietzsche ha scritto: al corso di antropologia che ho seguito la prof diceva che qui in occidente, a differenza di altre culture, non consideriamo a livello medico l'effetto della società in relazione alla nostra salute, mentre secondo i pochi sociopatici molti sintomi, sopratutto di malattie mentali, dipendono proprio da questa.
raccontava anche di una certa cultura indigena di cui non ricordo il nome, in cui se vai dal medico egli per prima cosa ti domanda "come sta la tua famiglia?" e non ti chiede i sintomi fisici, appunto perchè attribuiscono maggiore importanza al contesto in cui si vive..

Quello che voglio dire e' che esiste la possibilita' nella medicina occidentale di "risalire" alla causa di un problema individuandone l'ETIOLOGIA in fattori sociali,in contesti sociali.Credo che in questo ambito pero' altre culture,come quella orientale o indigena ad esempio,abbiano sviluppato una maggior sensibilita' a tali fattori, poiche' hanno sempre avuto una "diversa" attitudine nell'inquadrare un problema,un diverso approccio e point of view,indipendentemente dalla sua gravita'.Hanno sempre tenuto conto del quadro generale che circonda il soggetto,considerando lo stesso come un continuum armonico con la Natura e tutto l'Universo.Ragionando in quest'ottica,non appena il soggetto ha un problema(non parlo per forza di patologia),e' normale andare a cercarne la causa in un Disequilibrio dell'Armonia cosmica,sia esso esterno o interno,vicino o lontano al soggetto che ne e' affetto.Con questo mi sembra di essere abbastanza in linea con una certa "prospettiva" olistica.
Il mio intento era quello di smorzare un certo tono che sembrava voler sottolineare come la cultura medica occidentale non sa "vedere" l'origine dei problemi ricercandoli nel quadro cosmico (e quindi anche sociale) in cui il soggetto e' inserito.
Io credo che su certi argomenti bisogna andarci un po' piu' delicati e pensare a cercare dei collegamenti e dei punti in comune tra le varie
culture,senza mai sottovalutare troppo le une e le altre, e cercando di sforzarsi a scrivere qualche riga di piu' quando si affrontano certi argomenti,magari con un linguaggio meno elaborato e piu' chiaro,meno elitario ma piu' accessibile a tutti i lettori.Altrimenti c'e' il rischio che l'informazione si trasformi in disinformazione e questa,a sua volta,in allarmismo.
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Messaggio Da berenietzsche Gio 07 Ago 2008, 13:59

A me personalmente nessun medico a mai chiesto come sta la mia famiglia (a meno che non fosse un amico) e cmq, come hai detto anche tu, è un informazione irrilevante alla diagnosi. comunque su questo argomento non siamo proprio d'accorso: secondo me la medicina occidentale E' insensibile hai problemi sociali (noi stessi non intendiamo i problemi sociali come problemi medici!!) così come in passato essa era insensibile ai problemi mentali.

in effetti lilly ha ragione, io propendo per una visione olistica dell'individuo, cosa che secondo me, non è contemplata dalla medicina tradizionale (è infatti la critica classica che le terapie alternative obiettano alla medicina tradizionale).

inoltre tu associ la domanda all'indigeno Come sta la tua famiglia? all'anamnesi, ma sono due cose completamente diverse. (e poi lasciamo perdere gli indigeni di cui purtroppo sappiamo troppo poco.) l'anamnesi è una sintesi delle varie malattie che hanno manifestato i parenti prossimi del paziente, la domanda si riferisce invece al contesto sociale in cui il paziente vive. l'anamnesi è rivolta al passato, la domanda al presente.

è vero che la medicina occidentale può risalire alle cause, ma cosa intende la medicina per causa? intende una causa fisica! io non credo che la medicina nostra inserisca il problema all'interno dell'ordine cosmico, semplicemente perchè questo è un concetto che le è concettualmente estraneo.

comunque non voglio criticare la validità della nostra medicina, ne la sua utilita. ne ho solo indicato un incompletezza reale. tutti gli schemi concettuali, tutti i punti di vista peccano di incompletezza altrimenti non si chiamerebbero tali. io dico solo che dovremmo essere consapevoli del fatto che esistono altri modi per indendere la malattia e la guarigione (tu dici che tutti i medici del mondo hanno come fine la guarigione: è vero, ma non credo che abbiano tutti lo stesso concetto di guarigione!) e che il nostro modo di intenderla è solo uno fra i tanti.

e aggiungo che se anche il nostro sistema medico sia il più diffuso nel mondo, questo non significa che esso sia quello giusto, quello vero o quello che vuoi, perchè la sua diffusione non è dipesa da fattori medici, ma da fattori politici.
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Messaggio Da Piro Ven 08 Ago 2008, 02:07

Scusami Berenietzsche,continuo a non essere in linea con la tua opinione,perdonami.
Provero' a spiegarmi un po' meglio,siamo qui apposta no?!
Innanzitutto non ho detto che l'ANAMNESI e' irrilevante ma il contrario,dicendo che l'Anamnesi a volte puo' essere sufficiente a porre una DIAGNOSI (abbi pazienza ma rileggi meglio il mio post).Poi per definizione l'Anamnesi (vedi anke Wikipedia) e' un questionario basato fondamentalmente sulla storia clinica del paziente,dalla sua nascita fino al presente,tenendo conto di tutte le variabili circostanti,tra cui anche la sua famiglia. Inoltre L'Anamnesi rappresenta uno dei momenti piu' belli e stimolanti per il Medico,poiche' oltre alle domande canoniche, egli ha la possibilita' di scavare e cercare il problema con domande che si rifanno proprio al vissuto sociale quotidiano (e iniziamo uscire da certe definizioni standard) e non solo,stabilendo e costruendo un sano rapporto col paziente che va aldila' del discorso puramente professionale ed esecutivo,traducendosi in sentimenti di fiducia,stima e rispetto reciproco!!Su quest'ultimo punto appartenente all'Anamnesi, alcuni medici (credo ormai la maggior parte) non dimostrano una certa sensibilita',anzi sembrano seguire cio' che vuole un certo sistema.Ma dal momento che non tutti i Medici si comportano cosi,continuo a difendere questa categoria.

Ti faccio un esempio veramente stupido(anche troppo stupido),che potrebbe avere un collegamento (ma anche no) con l'indigeno (se si pensa al medico come una figura che vuole guarire il prossimo,senza limiti geografici e senza troppe pippe mentali new age).Una donna (immaginala anche indigena che il concetto non cambia) dice al dottore (anch'esso indigeno ovviamente!!): "Buongiorno, ho dei sintomi influenzali: ho la febbre, in questi giorni ho avuto problemi intestinali e di evacuazione!(tradotto:mi sento calda,rimbambita,molla e scagazzo!),come puo' aiutarmi?"
E il dottore,dopo alcune domande: "Signora mi dica,in famiglia tutto bene?"
E la Signora: "Si tutti bene!!.....anzi...no....adesso che me lo chiede....beh l'altro giorno sono andata a prendere un te' (immagina l'indigena in un'altra situazione,ma anche no,perche' no?!) da mia madre e mi ha detto che si sentiva un po' deboluccia,aveva anche i brividi.
Ecco che il dottore, con una domanda semplicissima,che rientra nella prima fase di approccio al paziente (Anamnesi), ha gia' un buon elemento per fare Diagnosi,nonostante sia solo all'inizio....della sua ricerca.
Questo era un esempio veramente banale per chiarirti il "momento dell'Anamnesi",che rimane un potentissimo strumento di indagine per qualsiasi Medico ed e' basato solo sul dialogo diretto Medico-Paziente,e guarda caso tale metodo,cosi' naturale e vecchio come il mondo,lo utilizzano anche gli indigeni!!
Certo il messaggio dell'indigeno l'avevi fatto probabilmente per sottolineare di piu' quanto sia importante per il medico "non occidentale" prendere in considerazione la dimensione cosmica del soggetto,ma ahime' la domanda sulla famiglia mi ha fatto sorridere,sai perche'?.Per associazione di idee,avendo fatto un po di anamnesi nella mia breve esperienza ospedaliera e avendo sentito inoltre chiedere dal Primario:"Come sta la sua famiglia"?...puoi ben capire come mi sia venuto "fisiologico" sorridere leggendo cio' che hai scritto,prima di controbattere col mio post precedente.

Sulla dimensione olistica dell'individuo ti faccio notare che ho scritto qualche riga importante a tal riguardo nel mio precedente post e purtroppo mi ha stupito molto rivedere i miei stessi concetti ripresi da te senza fare nessun accenno ai miei, solo per giustificare e "rafforzare" il tuo punto di vista a scapito di chi paradossalmente aveva gia' espresso tali concetti prima di te!! Guarda che forse in fondo non siamo poi cosi' tanto diversi su questo problema (scusa Mortacciis se abbiamo messo da parte l'Amok), l'unica differenza e' che tu metti un bel muro davanti alla cultura medica occidentale ed io invece "cerco di espandere" il mio point of view citando con vivo interesse la cultura orientale,consapevole che quella occidentale abbia anch'essa i suoi problemi(rileggiti nuovamente il mio precedente post finche' non inizi a odiarmi,anche se credo di averti gia' rotto abbastanza le scatolette).

Esistono medici occidentali,cresciuti col sistema occidentale, che hanno unito la loro cultura e formazione al sistema orientale,migliorando la Medicina universale,intesa come quella che vuole aiutare chi ha bisogno!! E in questo non entrano assolutamente i fattori politici ne' quelli economici,poiche' essi non "interessano" e non intaccheranno mai chi crede veramente in questo mestiere.

Adesso che credo di aver espresso bene quale sentimento si agita nel cuore di un vero Medico, spiegami bene, per filo e per segno,come fanno le culture "non occidentali" a risolvere i problemi dell'individuo una volta che li hanno inquadrati nella dimensione cosmica e avendo dunque consapevolezza anche del contesto sociale in cui il soggetto e' immerso.

Perche' continui a fare circonvoluzioni intellettuali intorno al concetto di guarigione?....Non sei mai stata male?....inteso non solo come senso di incompletezza o disarmonia cosmica,ma anche come una banale cagarella da colpo di freddo?
Per me la guarigione e' un passaggio da uno stato a un altro,chi ne ha la sola consapevolezza e percezione e' il paziente,inteso come colui che vive in prima persona quel determinato stato di transizione,aiutato o meno da un medico e/o da altre "variabili".
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Messaggio Da berenietzsche Ven 08 Ago 2008, 13:14

provo ad andare un po più sul personale per farmi capire.

voglio però premettere che ho la sensazione che stiamo parlando su due livelli completamente diversi: tu continui a riferirti al medico e al suo lavoro mentre io mi irferisco alla medicina occidentale come schema concettuale con cui intreprendere il cammino verso la guarigione (scusami se scrivo "difficile", ma questo è il mio modo di pensare)

vorrei anche sottolineare che io non metto un muro davanti alla medicina occidentale, cerco solo di individuare i punti verso i quali potrebbe svilupparsi (ad esempio l' ambito dell'associazione della malattia con la società in cui si vive) perchè in quei punti la considero carente.

come ho già detto lascio stare gli indigeni perchè non conosco il loro modo di vivere - pensare - guarire, ma provo a concentrarmi su di me, sulla nostra medicina e la nostra società (cercando di esprimermi con parole chiare e semplici).

la nostra medicina mira a una guarigione sopratutto fisiologica (lasciamo stare psicologia psichiatria e malattie mentali) ed è qui, secondo me, che è carente. come dici tu essa può risalire alle cause, ammettiamo che risalga anche alle cause sociali, ma la sua azione è comunque mirata a ristabilire un equilibrio fisico e ha come oggetto il corpo.

esistono però dei malesseri (che generano anche sintomi fisiologici) che derivano proprio dalla nostra cultura: io personalmente dormo male, mi sveglio male (non sempre ovviamente!!) mi viene mal di pancia e mal di testa se penso a determinati mali sociali. delle paure, che potrebbero essere anche irrealistiche, ma che comunque sono generate, secondo me dal modo in cui la nostra società si è insediata nel mondo, (paure che un domani sanremo sia completamente allagata per il discioglimento dei ghiacciai, pura della minaccia atomica, della possibile perdita di tutte le nostre conoscenze e quindi della civilta, della guerra...)possono provocare fenomeni fisici contemplati dalla nostra medicina, ma cosa può fare essa se non consigliarmi un moment per il malditesta o un buscopan per il mal di pancia? nulla! potrebbe fare qualcosa di più? questa è la domanda fondamentale, secondo me, se la medicina potesse sviluppare e tracciare dei percorsi attraverso i quali l'individuo può sopportare i mali sociali e, perchè no, non generarne a sua volta. questa secondo me sarebbe una forma di guarigione universale che permettere una vita autentica dell'uomo sul nostro pianeta (hai ragione sto andando troppo oltre nel mio delirio idealistico!!)


quello che voglio dire in parole povere è che esistono malesseri che hanno conseguenze anche fisiche, che imputo alla nostra società, ma per i quali l'azione della nostra medicina è limitata.

sono sicura che a te sembrerà che sto andando oltre l'ambito medico, ma è proprio questa la limitatezza che critico: il fatto che la medicina non contempla questi malesseri, che però esistono e sono reali.
questo è un tipo di guarigione che la nostra medicina non contempla, ma prima di dire che non è suo compito contemplarla ricorda che ogni rivoluzione scientifica va oltre quei confini che prima sembravano insormontabili.
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Messaggio Da Lilly Ven 08 Ago 2008, 14:00

ma a quali indigeni vi riferite? anche noi italiani siamo indigeni perchè siamo nati in italia e viviamo in italia.
cosa intendete per indigeni? se per indigeni intendete ad esempio i messicani, loro mescolano medicina occidentale e medicina tradizionale a seconda dei casi e del bisogno e credo che questo sia molto interessante.
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Messaggio Da berenietzsche Ven 08 Ago 2008, 14:04

la parola indigeno è uscita da un mio esempio di una popalazione di cui non ricordava il nome ed è ricomparsa nelle nostre discussioni assumendo un significato a se!! Laughing
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Messaggio Da Lilly Ven 08 Ago 2008, 14:20

comunque sto leggendo alcune cose sull'amok in inglese su wikipedia e dice che possono derivare da droga e alcool.
forse questo spiegherebbe il motivo x cui questa patologia si verifica solo tra gli uomini.
probabilmente le donne fanno meno uso di queste sostanze.

il sito in inglese parla anche del suicidio.
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Messaggio Da berenietzsche Ven 08 Ago 2008, 14:34

io ho trovato questo
diverse malattie riconosciute come culturali tra cui l'amok


Una culture-bound syndrome è dunque definita come un complesso di sintomi limitato ad un ristretto numero di culture.


WINDIGO:
nelle regioni più settentrionali del Canada furono registrati, tra le popolazioni native, parecchi casi di windigo.
Con questo termine si denomina una forma di comportamento aggressivo e omicidario solo talvolta suicidario.
Questo disturbo spinge l'individuo che ne è colpito a nutrirsi di carne umana, egli è soggetto ad una angoscia cannibalica.
In alcuni racconti dei nativi il windigo è descritto come uno stato di
estrema angoscia durante il quale l'individuo teme di trasformarsi in
una creatura mostruosa, sanguinaria.
Si dice che il windigo abbia
le sembianze di uno scheletro di grande forza e statura capace di
abbattere ogni resistenza umana che lo ostacoli ad appagare il suo
desiderio di carne.
La persona posseduta da tale spirito rivolge
gli impulsi omicidi e cannibalici contro gli stessi figli che
assumerebbero ai suoi occhi l' aspetto di selvaggina.
Il soggetto che teme di essere posseduto si isola rifugiandosi nella foresta.
Appare inoltre apatico, inerte, taciturno. Rifiuta il cibo ordinario a causa di una intensa nausea.
Il windigo uccide in modo freddo, automatico, passando poi a sbranare
la vittima, è in preda ad un'" evidente stato alterato di coscienza.
Secondo i nativi del luogo la metamorfosi in windigo è provocata da un
atto di stregoneria quindi è necessario l'intervento di "'un
anti-stregone. Se questo intervento fallisce il soggetto è giustiziato
dal gruppo.

KORO: un disturbo diffuso in Cina, Hong Kong e in
tutto il sud-est asiatico è il koro. Questo disturbo colpisce di solito
i giovani di sesso maschile intorno ai trenta anni. Gli uomini hanno la
sensazione "che il loro pene si stia ritirando nell' addome e che la
sua completa ritrazione porti alla morte dell 'individuo ". Nelle donne
tale disturbo è molto raro;esse hanno paura che i capezzoli o le grandi
labbra si ritirino.
Gli individui colpiti dal koro mostrano evidenti palpitazioni
cardiache, vertigini e insonnia. AI culmine di tali sintomi può
presentarsi uno stato di depressione durante il quale il soggetto può
tentare il suicidio.
L 'individuo in preda al koro cerca aiuto a
familiari e amici affinche lo aiutino a fermare la "ritrazione del pene
". Gli individui maggiormente colpiti dal koro sono quelli che vivono
in conflitto con la propria identità, con i rapporti sessuali e con le
attività auto-erotiche.


AMOK:
l' amok è un disturbo diffuso in Malesia, Indonesia, Filippine, Polinesia.
L 'individuo colpito dall ' amok è in
preda ad attacchi epilettiformi di rabbia e violenza distruttiva, presenta uno stato dissociativo alimentato da
idee persecutorie.
L' amok colpisce prevalentemente giovani maschi celibi, o adulti di mezza età.


I fattori che determinano l' amok si pensa siano in relazione con la lontananza dell' ambiente domestico, con
una perdita materiale e simbolica, con frustrazione affettive od offese morali.
Prima della crisi acuta il
soggetto colpito, si isola dalla comunità, smette di lavorare, non parla e rifiuta di nutrirsi; si chiude in se
stesso, trascura l' igiene personale e l' estetica del corpo, abbandona il villaggio e vaga per luoghi solitari.

Dopo questa fase definita prodromica (fase pre-amok) l' individuo irrompe nello spazio sociale con un'
arma in mano e corre e si scaglia contro ogni essere vivente gridando amok! ! ! Dopo questa corsa si accascia
al suolo non ricordando niente dell ' accaduto.
L' amok fu definito come "un disturbo profondo e
transitorio del pensiero dovuto a fattori socioculturali.”

SUSTO:
il susto è una di quelle CBS presenti in Messico e sud-america; tale
sintomo si pensa sia dovuto a eventi e fenomeni che hanno suscitato
un'intensa emozione "a cui il soggetto soggiace senza difesa e che
provoca una separazione dell 'anima dal corpo "
.
I sintomi del susto sono spesso causati dalla rievocazione involontaria
di eventi trascorsi. La perdita dell ' anima può essere causata dal
malocchio; dalla cattiva aria, o dai riti di magia nera.
Il
soggetto colpito dal susto presenta stati d' ansia, irritabilità,
affaticamento, inappetenza, insonnia o sonno prolungato con incubi,
rallentamento motorio, indifferenza emotiva, trascuratezza dell’igiene
e della persona. L 'individuo non risponde alle stimolazioni e dorme
spesso con gli occhi aperti come se fosse cieco e non parla come se
fosse bloccato da una forza invincibile. I sintomi del susto non si
manifestano subito, a volte passano anni dall ' evento traumatizzante,
di cui il soggetto non può ricordare nulla.
Come è già stato detto in precedenza il susto comporta il distacco dell ' anima dal corpo e!"la perdita del principio vitale.
In Messico il susto è denominato "nemauht.il"; esso provoca la perdita
del tonali (raggio di vita) e ciò spinge il soggetto a vivere in un
regno d' ombra e di freddo, un mondo in cui resterà prigioniero fino
alla morte. Il tonali non sprofonda in questo mò'do ma si salva
staccandosi dal corpo e si "trasferisce " in una nuova sede, non per
forza umana. In seguito da questo luogo il tonali deve essere
richiamato per rianimare e salvare la persona.
Alla base dei sintomi del susto si pensano stiano i conflitti interpersonali e il contesto ambientale.

KWASHIORKOR:
l' espressione kwashiorkor significa fanciullo rosso nella lingua parlata dagli astanti del Ghana.
Questo disturbo colpisce frequentemente i bambini africani in quanto la
loro dieta è povera di proteine animali. Il bambino kwashiorkor
presenta un ritardo dell'accrescimento staturo-ponderale, sproporzione
tra testa e corpo, rigonfiamento del viso, dermatite desquamante e
irritazioni.
Sul piano mentale è evidente uno stato depressivo:
apatia, abulia, disinteresse per il mondo esterno e polarizzazione
esclusiva sulla madre. Il soggetto rifiuta il contatto affettivo e
l'interazione sociale.
Alcuni autori legano il kwashiorkor al
brusco svezzamento subito dal bambino a causa della nascita di un
fratello, mentre altri attribuiscono la causa del disturbo alla testa
voluminosa.
Si pensa che il bambino malato nutra un terribile
desiderio di morte verso il neonato rivale, ma tale desiderio infine si
rivolge contro lui stesso. Un'altra interpretazione del disturbo
stabilisce che " a causa della mancata continenza sessuale dei
genitori" un demone si impadronisce dell'anima del primo bambino
trasferendola nel nuovo embrione appena concepito. La perdita dell '
anima consentirebbe alla mamma di svilupparsi fino al suo esito
mortale.

CANE PAZZO: la sindrome del " cane pazzo che vuol morire” si riscontra
presso i crow, tribù di nativi americani delle pianure dell ' ovest.
La sindrome consiste in un comportamento autoglorificante ed
esibizionistico, fondato su atti assurdi, opposti a ciò che la cultura
del gruppo prescriveva di fare.
Il soggetto affetto dal disturbo
creava disordine e confusione e a volte anche ilarità tra i presenti
che molto spesso provavano rispetto e ammirazione. Questo comportamento
temerario e suicida era incoraggiato dalla tribù anche se poteva
procurare degli svantaggi tattici, in quanto i guerrieri che contavano
."un cane pazzo” tra di loro, spesso fallivano le imboscate.
La causa della sindrome del Cane Pazzo si pensa sia dovuta a delusioni e frustrazioni nell ' ambito del prestigio sociale.
Il disturbo scompariva di solito in autunno sempre che 1 'individuo fosse riuscito a sopravvivere.

BRAIN FAG: casi della sindrome del brain fag ( cervello appesantito) si
registrarono per la prima volta in Nigeria negli anni 60 dove erano
colpiti gli studenti nel periodo di maggior impegno scolastico.
I soggetti presentano difficoltà a concentrarsi, incapacità a
comprendere le parole scritte e ascoltate, rallentamento nella
formulazione del pensiero, cefalee, pesantezza della testa, dolore al
collo, difficoltà visive, depressione e ansia.
Il disturbo sembra
scaturire da periodi intensi di studio nel momento in cui " diventa più
acuto il conflitto tra la cultura tradizionale africana e quella
occidentale”.
Tale disturbo si presentava spesso quando i giovani
africani si trasferivano in un paese straniero dove il più delle volte
erano costretti a rinunciare o a riadattare i propri valori
tradizionali.

LATAH:
il latah colpisce soprattutto individui della Malesia e dell 'Indonesia.
Da questo disturbo sono affette principalmente donne giovani o di mezza età.
Il latah consiste in un ' ipersensibilità agli spaventi improvvisi, e
alle forti emozioni. L 'individuo perde l'unità della propria persona,
il controllo dei suoi atti, imita e riproduce con esattezza le azioni
(ecoprassia), i movimenti di esseri animati ed inanimati (ecocinesia) e
le parole udite (ecolalia).
Nel latah si manifesta uno stato
.alterato di coscienza associato ad una paura incontrollabile il che
porta il soggetto ad ubbidire ai comandi privandolo della capacità di
riconoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
In molti
popoli lo stato del latah è associato ad un' occasione di divertimento
e gioco da parte del gruppo sociale. In Indonesia il latah non è
considerato un disturbo mentale, ma un tratto distintivo ed ereditario
di alcune famiglie. Un esempio del latah è rappresentato dai 'Jumping
frenchmen ". Che era affetto da questo disturbo apparteneva ad una
setta denominata "società di coloro che credono nella seconda comparsa
di Cristo ". Durante le cerimonie rituali un membro del gruppo
cominciava a saltare,a rotolarsi per terra, e a scuotersi. Questo
comportamento era contagioso per qui gli altri adepti ripetevano gli
stessi movimenti fino alla fine della funzione.
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Messaggio Da Lilly Ven 08 Ago 2008, 14:37

berenietzsche ha scritto:La persona posseduta da tale spirito rivolge
gli impulsi omicidi e cannibalici contro gli stessi figli che
assumerebbero ai suoi occhi l' aspetto di selvaggina.
Il soggetto che teme di essere posseduto

ecco sì, anche sul sito in inglese c'è scritto che l'amok è considerato anche una forma di possessione.

il tuo post me lo stampo, me lo voglio studiare!!! Very Happy
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Messaggio Da berenietzsche Ven 08 Ago 2008, 14:42

si però attenta!! quella citazione è del WINDIGO.

visto che ti interessa ti metto il lungo link da cui l'ho copiata
http://liberoarbitrio.com/view_news.asp?NewsID=151
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Messaggio Da Lilly Ven 08 Ago 2008, 14:45

sto leggendo il link, è molto interessante. GRAZIE BERE.
mi sembra di capire che si tratta di disturbi che la nostra medicina considera disturbi mentali a tyutti gli effetti, tipo paranoia, schizofrenia ecc. e per loro si tratta di possessione o di perdita dell'anima o di stregoneria.

interessante il fatto che il soggetto colpito da amok si scagli a terra gridando AMOK!!!
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Messaggio Da Piro Ven 08 Ago 2008, 19:03

Bene Bere,ho apprezzato molto l'esperienza personale portata come esempio e devo dire che la chiave di scrittura che hai adottato e' stata molto piu' chiara e a mio modo di vedere piu' "aperta" rispetto ai precedenti post.
Sono d'accordissimo sul fatto che la medicina occidentale ormai e' talmente dentro un certo meccanismo male-cura (sintomo-farmaco),che sembra essersi scordata di tutto il contesto che circonda l'uomo,dalla sua nascita alla sua morte.
Pero' mi sento di dirti che esistono Paesi piu' sensibili a tutto questo, e che portano avanti la Societa',la Politica e la Medicina lungo una stessa via,con lo stesso intento:garantire la salute dell'Uomo non solo dalla prospettiva fisiologica,ma anche dalla prospettiva che ti ponevi tu. Sto parlando della Svezia e ti invito a informarti riguardo al suo Sistema,che rientra nella cultura occidentale.
Sull'Amok....secondo me hai scritto cose interessantissime contribuendo a un'ottima informazione sull'argomento,seguendo una descrizione delle varie sindromi in modo molto schematico e dunque facilmente fruibile al lettore.Consentimi di dire che hai adottato un metodo....un po' tendente "all'occidentale"(dai che scherzo),ma va benissimo cosi!!
Ciao!!
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