Perchè i ragazzi della nostra età non rieescono a crescere?

Giorni fa ho letto un articolo su studenti.it che parlava del fatto che i ragazzi della nostra età non sanno quello che devono fare nella vita e sono sempre insoddisfatti... non riescono a crescere e a maturare. Sembrereebbe essere un problema generale... voi cosa ne pensate? avete riscontrato questa realtà nell vostra vita? E se sì da cosa dipende secondo voi? Secondo me dal fatto che c'è troppa libertà di scelta e dal fatto che i ragazzi dell anostra età in genere non sono molto abituati asacrificarsi...

Sposto il topic in people che è più pertinente

Io penso che questa immaturità possa esser legata a due fattori. Innanzi tutto al fatto che abbiamo "avuto tutto" e dato per scontate un sacco di cose, non siamo come i nostri nonni che imparavano a cavarsela da giovanissimi, siamo viziati e incapaci di conquistarci le cose. in secondo luogo le condizioni della società rendono molto difficile essere economicamente indipendenti prima di una certa età, questo allunga la dipendenza, lega ai genitori, incastra anche la psiche in dinamiche di incapacità nel cavarsela da soli. A voi non fa specie veder gente di 30 anni ancora in famiglia?

quoto a pieno Chiara!

I periodi di scelta (fine liceo, fine università) sono molto duri ed incerti, ed anche adesso che ho un lavoro e tutto non riesco a sentirmi totalmente indipendente.

Direi che un po' la colpa è anche dei nostri genitori: iper apprensivi e protettivi cercano di tenerti rinchiuso in un guscio facendo crollare la tua autostima. Io a 14 anni già volevo scappare da casa e l'università è stata una manna, però li sento ancora li dietro col fiato sul collo e forse è anche per questo che ho optato per l'esilio in Irlanda.

Credo che per crescere davvero fosse meglio quando ti davano un calcio nel culo a 16-18 anni

sì credo anch'io che dipenda dal fatto che abbiamo fatto pochi sacrifici e concordo appieno col fatto che a 16-18 anni dovevano sbatterci fuori di casa....

Lilly ha scritto: ...e dal fatto che i ragazzi dell anostra età in genere non sono molto abituati asacrificarsi...

Come non quotarti!!!

Certi hanno tutto e subito, io è da quando ho 17 anni che lavoro, e so cosa vuol dire fare i sacrifici, alzarmi presto la mattina ect ect..

Non mi ritengo migliore di altri eh..ci mancherebbe, però so cosa significa almeno guadagnarsi la pagnotta

Io per dire ero molto contrariata quando lo scorso inverno il mio ex ragazzo ha mollato gli studi, però ora lo vedo molto diverso da prima, credo che abbia capito cosa conta nella vita e l'ha imparato facendosi il culo quadro nel suo negozio tutti i giorni. Paradossalmente ho sempre trovato più indipendente lui sotto certi aspetti di tanti miei coetanei. Ha sempre studiato e lavorato insieme, anche se è una testa di cazzo su questo è da ammirare

chiara ha perfettamente ragione. alla base di tutto ciò, c'è l'essere viziati. e, poi, oggigiorno la maggior parte delle persone si iscrive all'università o trova un lavoro nn per vera ambizione ma per proseguire la professione che era dei genitori. Io credo che nella vita bisognerebbe fare ciò che + ci piace e ci soddisfa, quello ke + ci appassiona e rende felici, se no si diventa schiavi di qualcosa che non vogliamo. e, poi, soprattutto se si vuole una cosa bisogna lottare e sudare! dobbiamo pensare che ciò che vogliamo fare nn è sempre facile da raggiungere ma con tanta volontà sicuramente possiamo coronare i nostri + grandi sogni!

Uhm ragazzi grazie per lo spunto. Cercherò di lasciare che il mio piccolino se la cavi da solo, come faccio già, fin da subito.
A voi sembrerà banale, ma se vi capita di andare ai giardinetti, guardate un po' quanti bimbi sono lasciati liberi di cadere, e quanti poi sono lasciati liberi di rialzarsi da soli. Pochissimi. Eppure secondo me è l'abc.

La mamma arriva e ti dà mille baci, ma se la chiami e le dici "bua". Tocca a te, figlio, scegliere e tocca a me, mamma, essere presente e attenta, facendoti sentire libero e solo pur in assenza di rischi, anche se hai 2 anni.

Io almeno la vedo così.

Brava Ciacco! ti quoto a pieno! Uno dei miei prof migliori diceva: è sbucciandosi le ginocchia che si impara a non cadere.

Sei una brava mamma, Silvia. Penso che Lorenzo sia fortunato

Non lo so chiara, se sono una brava mamma. So che lo amo moltissimo e che cerco di pensarlo come una persona diversa da me, come una delle mille persone che amo, solo un po' di più delle altre. E mi ripeto sempre che noi apparteniamo ai nostri figli, ma i nostri figli non appartengono a noi. PEr ora non è tanto dura...posso sempre dirgli: "smetti o ti faccio to-to"

A forza di to-to però i figli capiscono che i genitori li amano e anche quando prenderà la sua strada rimarrai sempre il suo più grande riferimento. Io ho sempre avuto un rapporto di amore e odio con i miei, però loro 2 e mia sorella sono le uniche persone che amo davvero

Speriamo
In ogni caso se devo pagargli l'analista, preferisco che gli vada a dire che sonos tata castrante perchè ho preteso il rispetto delle regole, piuttosto che l'ho cresciuto abulico perchè non gli ho dato dei limiti
Sono scelte di fondo

però a volte le persone che cercano di seguire i propri sogni si sentono dire "non puoi fae solo quello che i piace!" cazzo ma almeno lottano x qcosa di concreto!!! io vedo una generazione di apatici intorno a me!!!

Scusa Lilly ma secondo me è gisuto cdire a qualcuno che non può fare SOLO quello che vuole, come che non può mangiare SOLO la carne, ma deve sorbirsi ANCHE le verdure. Voglio dire, se vuoi educare qualcuno al "combattimento" non puoi rendergli la vita facile. Allora il non puoi fare solo quello che vuoi vuol dire, che puoi fare anche quello, insieme a ciò che è reputato necessario. Questo rende la gente determianta e organizzata e anche un po' competente nelle varie cose del mondo. Anche in quelle che nonc i paicciono ma magari ci servono

Daccordo con Ciacco, anche se non ci va è meglio saper fare un po' di tutto.

Poi se uno facesse solo quello che vuole per esempio chi lavorerebbe? invece lavorare permette di fare poi quello che vuoi del tuo tempo libero senza dipendere da nessuno

Intendevo dire di lottare x raggiungere i propri obiettivi, di essere pronti a fare dei sacrifici x qcosa a cui si tiene, cioè ad essere motivati. Se uno è motivato fa tutto.
Io intorno a me vedo persone poco motivate, è per questo che non si fanno dei sacrifici.
Però accade che le persone NON motivate invidiano chi è motivato e siccome li invidiano dicono "non puoi fare solo quello che ti piace!!!quando invece il motivato si fa un mazzo tanto x raggiungere i suoi obiettivi, facendo anche ciò che non gli piace!!!

secondo me le persone che fanno quello che amano sono anche quelle con meno obbiettivi, meno progetti e meno tendenti a un fine specifico! e se lo dico io che studio filosofia, prendetemi alla lettera!

parlo di me: io faccio quello che mi piace, ma vado avanti a casaccio, non so neanche cosa farò domani, se riuscirò a sfruttare l'estate per il tirocinio, se mi iscrivero alla specialistica, se riuscirò a cogliere l'occasione per un bel viaggio.... è un girare a vuoto senz'attriti!!

forse è un po un problema di forma mentis... con una modernità di meccanicismo e darwinismo alle spalle, il finalismo aristotelico si è un po offuscato, la progettualità è percepita come una necessita (lavoro come ruolo sociale) e invece di ragionare in termini di fini e valori adottiamo le catogorie scientiste di causa-effetto (il lavoro genera guadagno il che permette di mantenermi etc)

mah... io non sono molto d'accordo. conosco persone che fanno medicina xchè vogliono fare il dottore. io ho fatto triennale in scienze della comunicazione e l'ho scelta a caso perchè non avevo obiettivi. Ora faccio antropologia xchè col tempo ho capito che la mia passione è questa.
Perchè le persone cha fanno quello che amano dovrebbero essere quelle con meno obiettivi? Non credo sia meglio fare una cosa forzatamente.
e poi non parlo solo di studio, ma anche di passioni, tipo conosco gente che dice "mi piacerebbe tanto imparare a suonare la chitarra" ma poi X PIGRIZIA non si segna al corso... sono piccole cose... ma è da lì che si capisce... un domani queste persone avranno dei rimorsi.
Io non voglio averne.

berenietzsche ha scritto:secondo me le persone che fanno quello che amano sono anche quelle con meno obbiettivi, meno progetti e meno tendenti a un fine specifico! e se lo dico io che studio filosofia, prendetemi alla lettera!

parlo di me: io faccio quello che mi piace, ma vado avanti a casaccio, non so neanche cosa farò domani, se riuscirò a sfruttare l'estate per il tirocinio, se mi iscrivero alla specialistica, se riuscirò a cogliere l'occasione per un bel viaggio.... è un girare a vuoto senz'attriti!!

Guarda io faccio lettere (un'altra facoltà per quelli che hanno un po' la testa tra le nuvole ) e mi ritrovo anch'io in questa confusione!
Faccio una cosa che mi piace tantissimo e non potrei fare altro ma da una parte a volte mi sento un po' giù perchè ho paura di aver scelto una facoltà che non mi porterà a nulla e perchè mi sento in colpa ad aver abbandonato una facoltà (legge) che se fossi riuscita a fare mi avrebbe sicuramente reso la vita più facile (mio papà è avvocato...), allora mi chiedo "anche se non mi piaceva ed ero negata non potevo sforzarmi e farla lo stesso?"

ciacco ha scritto:Speriamo
In ogni caso se devo pagargli l'analista, preferisco che gli vada a dire che sonos tata castrante perchè ho preteso il rispetto delle regole, piuttosto che l'ho cresciuto abulico perchè non gli ho dato dei limiti
Sono scelte di fondo

brava ciacco! sei molto decisa nell'educazione del tuo bambino, si vede (dalle parole da te scritte) che lo ami davvero e nn vuoi che cresca viziato e via dicendo. Quand'ero adolescente, la mia mamma mi diceva che aveva sbagliato tutto con me poichè ero diventata un pò ribelle! Lei mi ha viziato un pochettino, ma nn solo con cose materiale ma mi ha viziato di amore e di affetto. Ha saputo insegnarmi che dopo ogni "tempesta sorge sempre il sole", che la vera educazione comprende anche l'aver acquisito sani e genuini principi....mi ha dato solo uno schiaffo in vita mia perchè non ha mai saputo punirmi perchè, talvolta, le punizioni servono da incentivo a continuare a fare ciò che si vuole. Io le sono grata perchè.....nonostante è stata una mamma permissiva mi ha insegnato cos'è giusto e cos'è sbagliato, cos'è il vero e il falso, che la vita è una lotta continua e solo lottando insieme e contro di lei gli obiettivi che ci prefiggiamo possano essere raggiunti! I ragazzi di oggi mancano di un'educazione rigida, ma al tempo stesso piena d'affetto....sentono che sono soli nel loro cammino perchè, il + delle volte, le madri preferiscono andare a giocare a carte piuttosto che accudurli e insegnare loro le vere regole.

x bice:
io ho imparato, i nquest'anno di università, che solo facendo ciò che ci piace ci sentiamo completamente realizzati ed appagati. Raggiungere un risultato in un campo che amiamo non è lo stesso di raggiungere un obiettivo in una facoltà che odiamo....nel primo caso, saremo + entusiasti, nel secondo caso poco felici e non motivati. Quindi, mi permetto di dirti, bice, che hai fatto la scelta migliore a cambiar facoltà!

il fatto è che in facoltà come lettere e filosofia c'è molta discrepanza tra quello che studi e quello che si potrà fare dopo... mi spiego: starei tutto il giorno col naso nei libri, ma anche il ruolo più ambizioso a cui potrei puntare, che è quello di professore universitario o ricercatore, non è un ruolo che mi attira perchè l'ambiente di facoltà, così stretto e burocratico, non mi piace per niente. per questo lilly dico di non aver un obbiettivo! e odio andare alle conferenze!

bice ti capisco, anch'io avrei potuto fare legge e avrei potuto tenere la filosofia come hobbies, ma non sarebbe stata la stessa cosa. purtroppo questo mio percorso mi ha condotto a interessi che non sono percorribili in italia e quindi sono un po indecisa e in bilico sul compromesso

Ecco qui la terza persona che "avrebbe potuto fare legge" (mio padre avvocato per chi non lo sapesse è lo stesso di berenietzche ) e che non è molto soddisfatta del percorso intrapreso. Dopo la laurea sono rimasta praticamente un anno a fare un cavolo piena di dubbi esistenziali. La mia passione vera è sempre stata quella per la scrittura, ma oltre qualche piccola collaborazione e qualche concorso non sono andata oltre. Al momento coltivo questa cosa come hobby, anche se il tempo è poco, e il cassetto non è stato chiuso. Il mondo dei media, che all'inizio mi attirava così tanto, adesso non ha niente di entusiasmante, si è mostrato in tutta la sua finzione. Tuttavia negli ultimi mesi ho capito una cosa importante, ovvero che avere un posto, un luogo in cui impiegare il tuo tempo, uno stipendio alla fine del mese, da molta più stabilità di quanto non sembri. Per carità, scrivo di economia, però scrivo. Non me ne intendo di marketing, ma imparo tanto. Divido l'ufficio con una mezza iena, ma siamo 300 in azienda, e ci sono persone che mi stanno veramente sostenendo tanto, sia nel mio dipartimento che negli altri. A volte si può sentire un buco dentro, ma con una pausa caffè a metà mattina, il pranzo a mensa, quattro chiacchiere, le mail che ci scambiamo fra di noi ... ecco ... un po' questo vuoto me lo riempiono. E il tempo libero che ho, la sera e durante i weekend, per la prima volta è LIBERO davvero, me lo riempio con i miei interessi, le mie questioni, i miei amici. Lo ottimizzo in qualità, e non in quantità, come mi capitava di fare prima ...