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Interpetazione di Matrix

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Interpetazione di Matrix Empty Interpetazione di Matrix

Messaggio Da Chiara Lun 21 Apr 2008, 20:00

Il primo articolo di mia sorella si basa su un film che abbiamo visto tutti: Matrix

http://quinonehollywood.netsons.org/?p=71

Buona lettura Smile
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Messaggio Da punkie Mar 22 Apr 2008, 12:33

hem...io non l'ho visto... Stordita
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Messaggio Da ciacco Mar 13 Mag 2008, 16:28

Io l'ho visto e mi è molto paiciuto.
Decisamente meglio il primo dell'altro
E devo dire che mi ha anche aiutato a risolvere certi nodi che avevo dentro di me.
Mi ha fatto sentire molto "immersa" ed "eterodiretta", come dire? mi ha dato consapevolezza di alcune dinamiche interne nei rapporti personali che non avevo mai considerato
Illuminante, anche se ovviamente,l'effetto è legato più alla mia situazione personale di allora che alla trama.
Detto questo, ti dirò che non sono pienamente d'accordo sul tuo giudizio sullo scetticismo.
Tu dici
"Lo scetticismo è pericoloso da un punto di vista logico: se noi non
siamo certi di non essere cervelli in una vasca, non possiamo neanche
sapere di stare in questo momento sorseggiando un caffè! perchè nel
caso in cui fossimo raealmente cervelli in una vasca (cosa che non
possiamo in alcun modo provare perchè ci mancano indizi concludenti)
noi NON sapremmo di bere un caffè! dunque se non sappiamo di essere
realmente sul pianeta terra non possiamo neanche sapere tutte le altre
cose che crediamo di sapere."
E hai ragione, ma la cosa non si risolve con una petizione di principio non credi?
NOn è che, perchè non sapremo mai se siamo dei "cervelli in una vasca" possiamo concludere ocn certezza di non esserlo. O meglio, possiamo, ma solo ponendo un assioma (o un dogma se preferisci). L'uomo lo ha sempre fatto, non è questa l'essenza di ogni fede? credere senza sapere, credere ciò che non si può sapere, credere e basta, insomma. PErò è qualcosa che contrasta con il pensiero positivo e razionale.
PErsonalmente preferisco considerare tutte le possibilità
Può essere dura, perchè si ha davvero bisogno di qualcosa a cui affidarsi quando non ce la si fa più, ma ti immagini, vivere una vita nell'errore più grande!
Quello di credersi liberi quando si è schiavi.
QUanto al tema del libero arbitrio, secondo me è il più bello, in generale che si possa narrare e, alla fine, l'unico che venga narrato in tutta la produzione artistica (di riffa o di raffa). Ovviamente l'artificio narrativo può essere discutibile, ma non mi crea particoalri problemi. Ho visto di peggio

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Messaggio Da berenietzsche Mar 13 Mag 2008, 18:27

ciacco ha scritto: ti dirò che non sono pienamente d'accordo sul tuo giudizio sullo scetticismo.
Tu dici
"Lo scetticismo è pericoloso da un punto di vista logico: se noi non
siamo certi di non essere cervelli in una vasca, non possiamo neanche
sapere di stare in questo momento sorseggiando un caffè! perchè nel
caso in cui fossimo raealmente cervelli in una vasca (cosa che non
possiamo in alcun modo provare perchè ci mancano indizi concludenti)
noi NON sapremmo di bere un caffè! dunque se non sappiamo di essere
realmente sul pianeta terra non possiamo neanche sapere tutte le altre
cose che crediamo di sapere."
E hai ragione, ma la cosa non si risolve con una petizione di principio non credi?


L'argomentazione scettica da un punto di vista logico è stringente: non cade in nessun tipo di fallacia, nè quindi in una petitio principi (tipo di ragionamento invalido nel quale si assume tra le premesse, anche tacitamente, ciò che si vuole dimostrare).
il ragionamento che propone lo scettico è deduttivamente valido, per questo tutti i filosofi della conoscenza si preoccupano di affrontare tale sfida. per render l'idea vi propongo il ragionamento formalizzato, che è molto più semplice da capire rispetto a quello "a parole" anche se può spaventare il suo "aspetto"

poniamo: C = conoscere
p = "ho due mani"
q = "non sono un cervello in una vasca"
p e q sono due proposizioni e in quanto tali possiamo attribuir loro un valore di verità (vero o falso)

il principio ampiamente condiviso da cui parte l'argomentazione scettica è detto PC = principio di chiusura della conoscenza e ci dice che:

SE So che "ho due mani" E SE So che (SE ho due mani ALLORA non sono un cervello in una vasca) ALLORA So che "non sono un cervello in una vasca"

in simboli (per modi di dire perchè non ci sono!!!)

PC: se ( Cp & C (se p allora q)) allora Cq PRIMA PREMESSA

a questo punto lo scettico applica la regola logica del modus tollen che ci dice che dato un condizionale (se p allora q) dalla negazione del conseguente q posso trarre la negazione dell'antecedente p

se p allora q
non q
Quindi: non p

se ( Cp & C (se p allora q)) allora Cq PRIMA PREMESSA
non Cq SECONDA PREMESSA
Quindi: non (Cp & C (se p allora q)) CONCLUSIONE

la conclusione è una congiunzione traducibile in: non (SO che "ho due mani" E non SO che (se ho due mani allora non sono un cervello in una vasca)).
affinchè una congiunzione sia falsa è sufficiente che sia falso uno solo dei congiunti: lo scettico accetta come vero il secondo congiunto SO che (se ho due mani non sono un cervello in una vasca) e pone come falso Cp: dunque NON SO CHE HO DUE MANI.




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Messaggio Da Chiara Mar 13 Mag 2008, 18:32

Ciacco ma tu che studi hai fatto?
Mi sembra che mastichi la terminologia...
Io non sono filosofa ...
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Messaggio Da ciacco Mer 14 Mag 2008, 10:12

IO ?
HO fatto lo scientifico e poi giurisprdenza
Ho SEMPRE odiato la filosofia, perchè sono un tipo piuttosto pratico e terra terra, ma adoro la logica che è uno dei principi della matematica, delle scienze positive e del pensiero speculativo in generale, nonchè il presupposto cardine di ogni buon avvocato (come fai a smantellare il ragionamento altrui se non con strumenti logici-deduttivi?)
Per questo (cioè perchè costretta) mi sono poi spostata verso logiche più speculative, grazie alla teoria ed alla filosofia del diritto (una palla bestiale di esame che pareva pure avulso dalla realtà e invece...) ed allo studio delle tecniche di indagine, soprattutto della conduzione e dell'escussione dei testi in udienza.
Risultato? MI sono ritrovata con il SImposio in mano e non sapevo nemmeno perchè.
Oggi duro sempre la stessa fatica, ma apprezzo di più

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Messaggio Da Chiara Mer 14 Mag 2008, 10:42

Sai mio padre è avvocato e ha avuto due figlie che hanno scelto tutt'altre strade perchè io ho fatto lettere e mia sorella (berenietzche appunto) filosofia.
Credo che siamo state un po' una delusione per le nostre scelte universitarie perchè come tutti i genitori aveva un po' il sogno di lasciare lo studio in eredità, ma ora che ha accettato l'idea è abbastanza contento di noi, spero, sicuramente più di lei che di me, perchè sono un po' cazzara, lo ammetto...
Al di là di questo io mi sento un po' "avvocato" nella mentalità e negli atteggiamenti. Non faccio letture filosofiche, però mi dedico molto alla psicologia e alla sociologia, con particolare riferimento agli ambiti che analizzano e studiano i fenomeni aggregativi, i condizionamenti, la teatralità e la simbologia del viver quotidiano.
Queste letture pur non analizzando nel dettaglio la mente umana e i processi di ragionamento aiutano molto a comprendere sè stessi e gli altri, a far luce sulle dinamiche che possono trasformare la rozza routine in un'attività piena di senso e significato, nonchè sul valore intrinseco dell'interazione umana.
Per "deformazione mentale" quando sono stata alla discussione di laurea di mia sorella la prima cosa che ho pensato è stata la dimostrazione concreta dei principi dal lei enunciati, perchè la sociologia e la psicologia si basano molto su indagini che poi vengono analizzate ed interpretate ma comunque considerano un campione ed hanno più scentificità rispetto a semplici speculazioni psicologiche. Ciò nonostante credo che la base filosofica acquisita al liceo sia stata fondamentale per la mia formazione futura. Ho avuto l'immensa fortuna di avere a che fare con un Professore con la P maiuscola che ha fatto del ragionamento e dell'interdisciplinarietà con storia e letteratura la base del proprio insegnamento. Non ci ha insegnato solo a studiare ma anche a pensare: le sue interrogazioni, più che l'elenco di un accumulo di dati, erano vere e proprie disquisizioni. E questo non vuol dire che non imparassimo nulla: al secondo anno di università i miei 4 mattoni da 1000 pagine di storia contemporanea, esame che è stato la bestia nera di tutti, sono stati preparati in meno di un mese: 27 ... per me è stato praticamente un ripasso per quanto questa materia mi fosse entrata dentro...
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Messaggio Da ciacco Mer 14 Mag 2008, 11:08

PRima la cos apiù importante: sarei felice se solo mio figlio facesse cosa vuole della sua vita. Di più de facesse qualcosa di onesto della sua vita, ma lasciarlgi lo studio è l'ultimo dei miei pensieri. Uno perchè lo studio è un piccolo nucleo di poco conto nel panorama fiorentino, due perchè è una bottega artigianale e non un'impresa, ergo, lasciarla in eredità non si può, pena vedere distrutto qualcosa che hai costruito con fatica, quindi, se sarà la sua passione OK altrimenti, c'è tanta terra da zappare e suo nonno gli passa volentieri la zappa, ne sono certa. Detto questo, se la dovrà cavare, perchè vedo un sacco di gente ciondolare in un mestiere che non vuole e che ha ereditato, ma anche tanti adulti-bambini di quelli che tanto ci pensa il babbo.
IL resto non so chiara, la storia è una delle mie passioni da sempre quindi....con me sfondi una porta aperta.
Forse lo sarebbe anche la filosofia, e lo è, se riesco a darel un risvolto pratico, a calarla dall'iperuranio nella mia vita. Mi capita di rado, però quando capita, devo ammetttere che dà una marcia in più

ciacco

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